sabato 15 novembre 2014

Milano, 400 alunni disabili in classe senza assistenza: la Provincia non sblocca i fondi

"I soldi ci sono ma Palazzo Isimbardi non li usa", denunciano dalla Ledha, la lega per i diritti delle persone con disabilità. Alcune famiglie pagano di tasca propria, altre sono costrette a tenere i figli a casa

C’è chi è costretto a saltare ore di scuola perché da solo non ce la fa. E chi frequenta normalmente le lezioni solo perché mamma e papà pagano di tasca propria un servizio che, per legge, dovrebbe garantire la Provincia di Milano. A due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, l’assistenza in classe agli studenti portatori di handicap nelle scuole superiori non è mai partita. Un problema che mette in grave difficoltà centinaia di ragazzi dell’hinterland milanese che faticano a stare in classe come gli altri compagni. Ma anche le loro famiglie, che spesso finiscono per dover tenere i figli a casa. «Eppure i soldi ci sono, ma Palazzo Isimbardi non li usa». La denuncia arriva dalla Ledha, la lega per i diritti delle persone con disabilità. La figura dell’educatore è diversa da quella dell’insegnante di sostegno, inviato dal ministero dell’Istruzione non per il singolo ragazzoma per tutta la classe, e legato soprattutto agliaspetti didattici della scuola. L’educatore è una sorta di assistente personale: aiuta a scrivere sul quaderno o semplicemente a prendere in mano lapenna. È lui che cerca di semplificare i problemi di movimento a chi vive su una sedia a rotelle e non può andare in bagno in autonomia. È ancora lui che riordina i libri e prepara lo zaino quando suona la campanella. Si tratta, cioè, di un aiuto indispensabile per tutti quei gesti e quelle azioniche sono naturali per tutti gli altri compagni di classe, ma che rappresentano un traguardo per chi convive quotidianamente con un handicap. Un servizio richiesto dagli specialisti che seguono gli alunni — per il quale presentano domanda le singole scuole — che per le superiori è in carico alle singole amministrazioni provinciali. Per pagare gli educatori lo scorso anno scolastico la Provincia di Milano, a corto di risorse, ha ricevuto dalla Regione quasi 2 milioni 300mila
euro, rimarca la Ledha. Un budget che non è stato usato del tutto: dall’anno di lezioni 2013-2014 sono avanzati quasi 500mila euro. «Sarebbero sufficienti per garantire il servizio a tutti i ragazzi almeno fino alla fine di quest’anno, quando le province attuali andranno a morire — spiega Giovanni Merlo, direttore di Ledha — ma quei fondi, destinati nello specifico ai disabili, sono rimasti misteriosamente nel cassetto e vogliamo capire perché». L’esistenza del tesoretto, di cui chiede conto la Ledha, viene confermata da Palazzo Isimbardi. «Stiamo aspettando nuovi fondi dalla Regione. Ma quell’avanzo risparmiato dal precedente anno scolastico c’è, è vero — ammette Massimo Pagani, assessore provinciale alle Politiche sociali — In questo momento però stiamo cercando di raggiungere un equilibrio di bilancio: stiamo facendo un ragionamento proprio in questi giorni su come usare quei fondi». Peccato che l’anno scolastico, per tutti, sia iniziato i primi di settembre. E nel mezzo ci sono già due mesi di sofferenza della fascia più debole degli studenti seduti fra i banchi delle nostre scuole. «Fortunatamente a Milano il Comune ha deciso di farsi carico del servizio e il problema non si pone — prosegue Merlo — ma in provincia non è così, ci sono amministrazioni che non hanno le risorse per farlo». Secondo le stime di Ledha, sono circa 400 ragazzi che in questo momento fanno fatica ad andare a scuola. Fra questi, tanti disabili gravi. «Il risultato è che riceviamo segnalazioni di studenti che vanno a scuola per meno ore — conclude l’associazione — o ancora di famiglie che si stanno facendo carico delle spese pur di avere l’educatore in classe. Una situazione gravissima».










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